mercoledì 10 luglio 2019

Passeggiatore svagato e a momenti curioso scopre "L'assassino" di Federico Fabbri (Les Flaneurs)


Ricomincio a scrivere su questo blog dopo molti anni e grazie a due persone care che mi hanno chiesto di farlo. La mia assenza è stata costellata di sensi di colpa, perché il non portare a termine un progetto nel quale avevo creduto, mi ha fatta sentire un’accidiosa, incapace di essere coerente con le proprie scelte, eppure per mancanza di tempo quei sensi di colpa non hanno sortito nessun effetto concreto, ma l’entusiasmo di due donne che ammiro, sì.

Il primo libro del quale voglio parlare è “L’assassino” di Federico Fabbri e, come mia consuetudine, ne parlo raccontando dell’incontro con queste 401 pagine.
A maggio sono stata al Salone del libro di Torino.
Torino: città che amo di una regione che mi affascina da sempre.
Salone: un sogno che diventa realtà.
Felice mi muovo tra i vari padiglioni, scansando le case editrici che conosco già, alla ricerca di quelle piccole o emergenti, quelle con un sogno appena nato. È così che “incontrerò” tutti i libri che acquisterò durante l’arco della giornata.
Sono nel padiglione numero 1, ho già fatto acquisti, zigzagato tra le persone, avvertito sudori stagionati, presi in mano e annusati centinaia di libri, visti tanti autori conosciuti e meno conosciuti, rallento, mi fermo e leggo: “Les Flaneurs edizioni” e il mio amore per il francese e per la Francia mi fa finalmente indugiare davanti al piccolo scaffale dietro al quale scorgo visi sorridenti e orgogliosi. Io mi sento una “flaneur de noiartri”, per la curiosità che mi spinge a fermarmi e a prendere in mano il libro di Federico Fabbri; lo apro a metà come faccio sempre e tocco la carta che è meravigliosamente liscia e spessa e il font, seppur piccolo per i miei occhi da lettrice e maestra oramai quarantenne da un po’, è chiaro e non spaventa; leggo la trama velocemente e sussurro un “Interessante”, mentre la mia testa ha già deciso di acquistare. Ed è a questo punto che le sorridenti persone dietro al bancone mi informano che è presente proprio l’autore del romanzo, sorridente e solare e con il quale scambio due battute, visto che ho letto che la storia è ambientata a Santa Sofia e io vivo a Cesenatico.
Nell’arco di pochi minuti “L’assassino” è entrato a far parte della mia grande famiglia di libri, con la dedica di Federico che ha una grafia tondeggiante, piccola e a tratti femminile.
Cercando informazioni su di lui, ho scoperto che scrive per sostenere un centro socio riabilitativo di Santa Sofia, un motivo in più, oltre all’originalità dell’intreccio nel quale mi sono persa in queste settimane, per acquistare il suo libro. Inoltre bisogna sostenere le case editrici giovani e coraggiose, come questa, nata nel 2015.
Qui di seguito il link della casa editrice e per quanto riguarda i contatti social di Federico: fate voi, perché io non sono iscritta né a Facebook, né a Instagram.
https://www.lesflaneursedizioni.it/chi-siamo/




Può un uomo comune trasformarsi da un giorno all’altro in un mostro? Schivo e solitario, Federico Ansaldi conduce una vita tranquilla nel paesino di Santa Sofia, fino al giorno in cui, preso da una furia mai conosciuta, uccide il suo vecchio amico Alessandro. Inizialmente tormentato dal rimorso e dal terrore di essere scoperto, Federico precipiterà ben presto in una spirale di follia, fino a convincersi di avere una missione divina: epurare il mondo da tutti coloro che sono indegni di vivere. Da quel momento in poi il suo progetto si allargherà a macchia d’olio, finendo per coinvolgere persone la cui vita non sarà più la stessa e cambiando per sempre il loro destino. Chi vincerà, alla fine, nell’eterna lotta fra il bene e il male? E, soprattutto, dove si trova il confine fra giusto e sbagliato, fra normalità e follia, fra il lecito e l’illecito? Il male dimora nel mondo, oppure si annida in ognuno di noi, pronto a venire a galla e a ingoiarci se solo allentiamo la guardia? Domande inquietanti, a cui questo romanzo, che sfocia nel surreale, cerca di fornire una risposta che vada al di là del contingente per farsi universale.” (sinossi presa dal libro)




Tutti potremmo essere dei Federico Ansaldi, se le nostre emozioni non fossero a noi conosciute, se non fossimo capaci di riconoscerle, denominarle e di educare quelle più “pericolose”, come la rabbia e la frustrazione. L’autore traccia l’evoluzione tragica e folle di un uomo che dalla solitudine e remissività, si trasforma in un mostro, dapprima accecato dalla rabbia e dall'invidia per l’amico che uccide, poi è convinto di dover portare a termine una missione grottescamente “divina” di pulizia del mondo, tracciando lucidamente un piano surreale. Il protagonista sarà come un veleno per le persone che gli sono intorno e, nel corso delle pagine, Federico l’autore ci farà riflettere sulle emozioni dell’uomo, su molti temi etici e sociali che spesso rifiutiamo di affrontare, perché vissuti come tabù. La rabbia, dove potrebbe portarci? Un’azione vissuta dal singolo come ingiustizia, come “Il male”, cosa potrebbe scatenare?

L’espediente narrativo utilizzato, dalla prima persona per la prima parte, alla terza persona con narratore extradiegetico dalla seconda parte, all’epilogo, permette al lettore di conoscere appieno i pensieri più intimi dei personaggi e di raggiungere con Federico Ansaldi il culmine della follia, senza tabù. 



lunedì 12 gennaio 2015

Le parole curano l'anima...

Ciao a tutte,
a Natale ho ricevuto tantissimi libri e ne sono veramente felice. Tra quelli che mi hanno regalato, il primo che desideravo leggere era "La libraia" e mi sono resa conto che il mio amore a prima vista non era un fuoco fatuo.


 Già la copertina mi piaceva tantissimo, forse perché io leggo in tutti i modi possibili e immaginabili, potrei scrivere il Kamasutra dei lettori, forse perché i libri della foto mi facevano sentire a casa e forse perché avrei bisogno anch'io di qualcuno che mi ascoltasse...
Il libro in sé, comunque, è una piccola e preziosa libreria che contiene tanti riferimenti bibliografici, per cui non stupitevi se durante e dopo la lettura vi verrà voglia di leggere o rileggere i titoli che la libraia consiglia ai suoi clienti per "guarirli". 
Sì, perché ci risiamo, i libri curano o si prendono cura di te...

La storia di Lia è immediatamente chiara, affidata ai servizi sociali sin da bambina, sembra avere un futuro già segnato e scritto e. Le sue numerose fughe e l'abbandono da parte di qualche famiglia affidataria, non fanno altro che alimentare le tempeste che animano il suo cuore. 
Quando le viene offerta un'ultima possibilità, altrimenti rischia di finire in un carcere minorile, entrerà a far parte della sua vita la libraia, figura che Lia stessa, compreso il lettore, faticherà a conoscere se non alla fine del romanzo, quando cominceranno ad aprirsi pagine di libri e strade di comprensione....


giovedì 4 dicembre 2014

Fino alla pioggia incessante dell'autunno inoltrato...

Sono mesi che non scrivo più. 
Ho letto molto, ma il tempo per parlare di libri mi è scivolato via...
Scappato tra le linee impazzite della quotidianità, ma fortunatamente tutte positive.
Tornerò presto a parlare delle mie esperienze con i libri, ma oggi voglio dire Ciao a una persona che fa parte delle pagine del mio libro personale. Una persona della quale conservo ancora una meravigliosa lettera e messaggi di affetto, una mamma stupenda, con la quale ho condiviso per cinque anni i momenti più importanti di crescita del figlio. Una giovane donna, dolce e coraggiosa, così fragile, così bella, della quale conserverò sempre gocce di lacrime che in qualche momento ha condiviso con me. 

" Il tempo che separa gli ultimi istanti di tiepido sole 
  dalla pioggia incessante dell'autunno inoltrato.
  In questo tuo ultimo spazio di tempo
  l'ultima cosa che ho pensato di te è stata
  quanto fossi bella.
  Una mattina, a scuola."


Sei nel mio cuore, lo eri e lo sarai, come Alessia e come Aldo. 


domenica 13 luglio 2014

...e ora parliamo di Kevin

Amo guardare film.
Amo farlo da quando ero bambina, ne guardo tantissimi e da essi spesso scopro che ci sono romanzi da leggere...
La cosa non mi spaventa, non ho paura di aver visto il film prima di leggere un libro, perché sono due piani narrativi completamente diversi. Mi capita di vedere un film che mi piace, più di una volta, poi leggo il libro  guardo ancora il film, fino a quando capisco quanto amore provi il regista per l'opera che ha trasposto sullo schermo e quanto gli attori l'abbiamo fatto proprio. 
Per l'ennesima volta questa cosa è accaduta con il film "...E ora parliamo di Kevin" e dopo tutto il percorso fatto, fino alla lettura del romanzo, faccio veramente fatica a parlarne. Posso dirvi solo che provo tristezza nell'averlo terminato e credo che durante l'inverno lo rileggerò. 
Partirò, per questo, parlando del lungometraggio della regista scozzese Lynne Ramsay.





Nelle prime sequenze del film viene riassunta tutta l'immane tragedia che nel libro si dispiega lettera per lettera. ( Il romanzo è una fitta raccolta di lettere che la protagonista invia al marito Franklin).
Mentre scorrono le immagini della casa di famiglia deserta, e una sequenza in soggettiva ci invita a guardare cosa c'è dall'altra parte della finestra, iniziano a insinuarsi i primi suoni rivelatori dei momenti più cruciali della vita di Eva, la prima donna, come se fosse biblicamente la prima a scoprire altri aspetti della maternità che sembrano negati alle donne dalle sovrastrutture sociali che schiacciano i sentimenti più veri e istintivi della natura umana. Come se ci fosse un solo esempio, universale e perfetto di madre, come se il fatto di diventarlo, spogliasse le donne da altri sentimenti o stati d'animo, per rivestirle di un ruolo che tutti si aspettano.
Magistrale la scena del film nella quale Eva, distrutta dal pianto rabbioso e ininterrotto di Kevin neonato, si ritrova a passeggiare per le vie di New York mentre tutti la guardano con sguardo inquisitorio per quelle urla disturbanti del piccolo. Stremata, decide di riposarsi accostando la carrozzina a una zona di lavori, dove perfino il suono di un martello pneumatico riesce ad alleviare il peso abnorme che sente scenderle addosso giorno per giorno. 
Le prime sequenze del film continuano a sciogliersi sullo schermo in un mare di rosso che vede la protagonista, giovane e non ancora madre, in uno dei suoi lunghi viaggi di lavoro; i suoni si mescolano a quelli del famoso giovedì e questa lunga introduzione viene conclusa dall'immagine della madre che, immergendo il viso nell'acqua di un lavabo per sciacquarsi, diventa il volto del figlio adolescente e torna, poi, il viso di Eva.
In quelle immagini stanno tutte le lettere che Eva scrive a Franklin nel libro che ho appena terminato.
Il romanzo di Lionel Shriver, edito da Piemme, è l'appello che la protagonista fa a tutte le sue forze per coinvolgere il marito, irrimediabilmente perso, nella prima, vera decostruzione della realtà familiare che avevano creato.
Eva, con lucido dolore, ripercorre tutte le pagine di vita scritte con Franklin, Kevin e Celia, la loro bambina più piccola, le ripercorre dalla scelta di vivere la maternità come un altrove mai esplorato, alla perdita completa del suo passato, alla cancellazione definitiva di se stessa, in una continua, terribile guerra tra madre e figlio.
Nel romanzo Eva parla di Kevin al marito, come se glielo potesse presentare per la prima volta, al caro Franklin che per sedici anni anni non è stato consapevole di ciò che la madre aveva imparato a riconoscere giorno per giorno. 

A voi la lettura, le emozionanti quattrocentosettantasei pagine di dolore e di amore di una donna...

giovedì 10 luglio 2014

Me voilà!

Ciao a tutte!!!!!
Per mesi non ho avuto le forze mentali necessarie per scrivere...Ho abbandonato qualsiasi tipo di scrittura che non fosse quella delle dediche ai bambini sui quaderni terminati.
La scuola mi ha preso tante energie! L'anno è stato molto intenso, bello nelle nostre classi, ma abbiamo arrancato sugli aspetti organizzativi quotidiani che oramai affliggono sempre di più le nostre scuole...
Nel mio primo post parlerò del nuovo libro di Elisa Mazzoli che ho consigliato ai nostri bambini come lettura estiva!
Quest'anno ce l'ho fatta! Ho scelto di dare il compito che desideravo avere da ragazzina!
Letture e libera scrittura su un taccuino!
Ovviamente le critiche non sono mancate, inizialmente la cosa mi ha infastidita, ma poi ho pensato a quanto fossi sicura di questa scelta, a quanta fiducia avessi nei nostri bambini e a quanto fosse importante per un maestro scegliere...
E io ho scelto seguendo la mia idea di scuola.
Ho anche riflettuto su quanto io nella vita sia Cassandra, vi ricordate la figlia di Priamo alla quale nessuno credeva? Quella sono io! Soffro della sindrome di Cassandra e vi risparmio molti aneddoti che mi diverto a raccontare continuamente, con gioia perversa, a quanti non mi hanno creduta e che alla fine hanno dovuto ammettere le mie doti da "Profetessa"...
Bene bene...Vado avanti e dedico poche righe alla nostra cara, meravigliosa fatina delle parole che è Elisa.
Ho preso il libro dalle mie amiche libraie di Cartamarea appena è uscito, perché volevo scegliere un titolo che andasse bene per tutti i nostri magnifici 48!
Non sono andata oltre  "Cara tartaruga", perché mentre lo leggevo, vedevo i volti di tutti i nostri bambini e pensavo che sarebbe piaciuto ai miei amanti delle avventure, agli inguaribili indagatori che adorano scoprire i misteri, ai riflessivi che vogliono trovare le cose buone anche nei personaggi che sembrano cattivi, ai super fedeli degli amici che si ritrovano nelle storie che raccontano di legami, ai piccoli scienziati che amano costruire oggetti con tutto quello che trovano, agli scrittori che adorano lanciare e lasciare messaggi...
Sì sì carissime amiche, sembrava scritto per tutti i bambini, ma d'altronde conoscendo Elisa da anni, non avevo dubbi che la sua empatia le permettesse di scrivere un'altra storia che è un' orchestra di emozioni e che suona per tutti loro... 
Ed eccolo qui!!!
con le sue quarantotto pagine di storia e un'appendice informativa davvero interessante. Come sempre i bambini erano entusiasti e curiosissimi di leggerlo e i miei occhi, alla vista di tanta passione, si riempivano di immagini subacquee per l'emozione!
Quando vedi prendere un libro in un certo modo a otto anni, vi giuro che ti senti maestro:  i nostri bambini accarezzavano la copertina, giravano le pagine, osservavano lo strano modo con il quale la casa editrice aveva scelto di numerare le pagine, guardavano le illustrazioni e si soffermavano sulla lettura dell'appendice.

La stessa cosa l'hanno fatta dopo alcune mie letture del libro di Beatrice Masini "La bambina di burro e altre storie di bambini strani". 
Grazie Beatrice! Per l'incontro a Cesenatico, per il libro che mi hai dato e per la tua leggera presenza che abbraccia la gente.
Posso assicurarti che i nostri 48 hanno trovato il tuo libro irresistibile e hanno voluto vedere la mia copia, sfogliarla, immaginare le storie dai titoli...è stato bello concludere la scuola con le tue storie e con libri tra le mani ed è stato bello sentire che in tanti hanno deciso di procurarselo per continuare a leggerlo!




C'è stato un momento in cui mi sono girata e ho visto un bambino leggere una storia di Beatrice e ho provato un tuffo al cuore, l'ho visto grande e lettore. Era seduto e aveva il piede sulla sedia con la gamba piegata e la coscia che fungeva da leggìo, la testa era lievemente inclinata sulla destra, tenuta dalla mano che aveva assunto la forma di elle grazie al pollice e all'indice e al gomito posato sul banco. Aveva l'espressione seria e concentrata, mentre intorno a lui tutto si muoveva e urlava (ricreazione)...

Un'immagine che non dimenticherò mai!

giovedì 30 gennaio 2014

Premio Orbil e altre letture

Ciao a tutte,
ieri sono stata in libreria dalle mie amiche di Cartamarea   e ho trovato due bellissimi albi, oggi ho letto  "Lupo & Lupetto" candidato al premio Orbil 2014, nella sezione Albi Illustrati.
 http://librerieindipendentiragazzi.com/2014/01/13/premio-orbil-2014-i-libri-selezionati/
Guardate il sito, io mi sono già emozionata nel vedere alcuni titoli già letti grazie, lo dirò fino alla sfinimento, alle ragazze di Cartamarea e alla nostra fantastica Elisa Mazzoli! 

Poche righe, perché secondo me quest'albo va scoperto pagina per pagina e con i vostri bambini, ma vorrei descrivere l'atmosfera che c'era nelle nostre due classi. Silenzio. Lo spazio sonoro era tutto per le parole del libro e vi assicuro che i nostri bambini abbracciano il Silenzio solo quando le parole sono buone. Nei loro occhi, commossi, curiosi, colmi di speranza, calmi, sereni, sorridenti, vedevo piano piano le parole farsi emozioni, emozioni uniche, emozioni che appartenevano solo a loro, a ognuno di loro...
Recuperavano nella loro memoria ciò che avevano provato essendo Lupo ed essendo Lupetto.
La paura di condividere spazi, abitudini, emozioni con qualcuno che si vive come un intruso, un fratello, una sorella, un amico o un'amica per i quali siamo stati Mentori nostro malgrado. 
La paura di vederci "rubare" qualcosa di nostro, che non vogliamo dividere con nessuno.
La paura di rivelare, di svelare dei sentimenti che spesso per i bambini sono fonte di sensi di colpa, come la gelosia o quello che viene etichettato come "egoismo" che non è altro che il meraviglioso, imperfetto, unico, ricco di sfumature, Essere Umani.
In questo albo ci siamo NOI, tutti...Ho recuperato anch'io nella memoria il mio essere stata Lupo e Lupetto e ho sentito la mancanza di qualcuno che si è allontanato, che avrei potuto accogliere meglio, amare diversamente, prendere più volte per mano...Qualcuno che ora mi manca, perché siamo cresciute e i nostri alberi si trovano in Paesi diversi, ma da lontano anch'io ho avuto la fortuna, come Lupo, di vedere tornare quel puntino blu. 
Io non dico altro, è un albo dal quale viene fuori tanta magia ed empatia per tutti e due i personaggi e per questo va esperito...fidatevi e magari Raccontatemi!!!






L'altro libro è un vero e proprio atto d'amore verso i bambini, una dichiarazione d'amore verso i nostri "uomini che verranno", affinché questi non dimentichino mai quanto siano parte di un unico e di un tutto e
quanto questo tutto possa essere bello, anche se difficile, proprio grazie a loro....
Semplicemente, parlando direttamente al lettore, l'albo ricorda uno dei doni più preziosi che possiede l'essere umano: la libertà. Da custodire, da proteggere, da esercitare nel mondo, con gli altri e con se stessi. 



sabato 18 gennaio 2014

Per non dimenticare...

Molte di voi l'hanno già visto, ma mi piace citarlo sempre e non mi stanco di guardarlo.
Dalla visione di questo film ho fatto un percorso approfondito sulla strage di Marzabotto e con il nostro vecchio ciclo, in quinta elementare, siamo riuscite a organizzare un' indimenticabile gita nei luoghi dell'eccidio...
Consiglio a chi non l'avesse ancora fatto, la visione di questa chicca  e non aggiungo altro, perché sarebbe bello parlare a visione avvenuta anche degli aspetti formali dell'opera di Giorgio Diritti.

Per riflettere e non dimenticare....





Trailer del film




Meravigliosa la colonna sonora originale di Marco Biscarini e Daniele Furlati, è parte integrante del tessuto narrativo del film, mi direte cosa ne pensate...
















Be', ora vi saluto, ma prima consiglio un altro ascolto di memoria e non solo...