mercoledì 28 agosto 2013

Cécile, un regalo inaspettato.

Quando ho iniziato a fare l'insegnante, sette anni fa, sono stata assalita da paure e senso di inadeguatezza, ho sentito su di me un peso e una responsabilità indescrivibili. Era il mio sogno poter continuare a studiare da lavoratrice, trasmettere l'amore per le cose e la conoscenza e vedere crescere i bambini, vedere qualcosa di buono del mio passaggio sui loro visi...
Ma avevo paura, temevo di non farcela, di sbagliare, di perdere la pazienza, di ferirli, di non essere Maestra... I motivi erano molti e sono ancora dentro di me, intimi e spaventati, come lo ero io da bambina, fino a vent'anni.
Non so dirvi, quindi, quanto mi abbia commossa e resa felice ricevere in prestito il libro del quale sto per parlarvi. Grazie Lorenza, amica libraia, questo prestito per me rappresenta uno dei complimenti più belli che abbia mai ricevuto in vita mia, dopo " Ma te che lavoro fai?" di Tommaso, mio ex alunno e " Vorremmo essere come te" di Sofia e Gaia, mie alunne di prima elementare, che da grande vogliono diventare maestre...
E così arriviamo a Cécile, il libro di Marie - Aude Murial che è passato nelle mie mani, da quelle meravigliosamente creative di Lorenza. 
Le prime pagine del libro ci presentano una giovane donna di ventidue anni che è all'inizio di una nuova pagina della propria vita. Timida e "invisibile", ancora fragile e spaventata per la grande "assenza", che si percepisce in tutto il romanzo, del padre morto quando lei era in terza elementare, inizia la sua carriera di insegnante nella prima elementare dedicata allo scrittore francese Louis - Guilloux. La sua insicurezza, il non sentirsi all'altezza della situazione è motivo di preoccupazione per il gentile Monsieur Montoriol, preside della scuola che è quasi sicuro, dopo il primo colloquio, che la giovane e dolce signorina Barrois, non resisterà più di un mese. Effettivamente l'inizio è complicato, l'insicurezza di Cécile è palpabile e colleghe e genitori ne avvertono "il pericolo", tant'è vero che la nostra protagonista avrà anche un'ispezione scolastica, per la quale verrà aiutata tantissimo dal preside che nel frattempo sente crescere la sua fiducia verso questa piccola e giovane maestra e una sorta di affetto e slancio che non provava da anni e che lo fanno sentire di nuovo vivo. 
Quello che Mademoiselle Barrois non riesce a trasmettere agli adulti, viene subito abbracciato dai suoi piccoli alunni che la amano, che si mettono nelle sue mani, che imparano ridendo, cantando e rendendo preziose tutte le loro diversità. Che magia in quella classe! Chi insegna può capire quanta vita ti rendano i bambini, anche se li porti a casa con te tutti i giorni, tutte le sere, se pensi a loro, alle loro piccole, grandi, speciali storie in ogni momento della tua giornata, anche se a volte, stanca e confusa, ti addormenti con gli occhiali inforcati e un loro quaderno sul cuore, perché quel quaderno è una parte di strada di quelle piccole mani che un giorno saranno grandi e non dovranno tremare...
Cécile questo lo sa, e non lo sa perché l'ha studiato all'università, lo sa perché è dentro di lei e supera il buio delle sue paure, perché è Maestra, non semplicemente abilitata all'insegnamento. Per questo il lettore, dopo un po', inizia a intuire che Cécile farà qualcosa di speciale e con lei anche gli altri personaggi, ognuno dei quali arricchirà l'altro in virtù delle proprie diversità non solo culturali, ma anche sociali. 
"Vive la République ",
titolo originale del libro è storia nostra, storia di secoli, che sempre continua a ripetersi, con gli stessi errori, gli stessi luoghi comuni e le stesse vittime inconsapevoli: gli esseri umani. Nelle vite dei personaggi del libro entrano a far parte i piccoli Baoulé che devono salvarsi e che salvano la scuola da imprenditori senza scrupoli, dai moderni vampiri che popolano il nostro universo e che non hanno nulla a che vedere con quelli belli, simpatici e altruisti di Twilight o belli, sensuali e coraggiosi di True blood. I piccoli dodici alunni della Louis - Guilloux, ivoriani, clandestini, vivranno una tragica e poetica avventura che riuscirà a riportare l'equilibrio nelle vite dei tanti personaggi presenti nel libro. Cécile, il coniglio Cacchetto e molti altri daranno una grande lezione di libertà a chi vorrà regalarsi il privilegio di leggere questo romanzo. 
Concludo con una riflessione e un dono; la riflessione è sulle figure paterne "presenti" nel libro, il papà di Cécile, che lei chiama sempre nei momenti di difficoltà, è morto. Il papà dei piccoli Baoulé è morto e quello dei cuginetti si trova nella condizione di clandestino e non può far nulla per aiutare le due mamme e i dodici bambini, in pratica è privato del suo ruolo genitoriale, il papà di Eloi è una figura assente e severa, presa dal ruolo di avvocato che assiste le persone a pagamento. Il giovane e ribelle Eloi ha deciso, infatti, di allontanarsi dalla sua famiglia e di vivere come se fosse orfano. Il dono che voglio farvi è "La libertà" di Giorgio Gaber, questo libro mi ha fatto pensare alle parole di Gaber e se lo leggerete, mi darete ragione.