giovedì 3 ottobre 2013

Vai Achille!!!!

Sono troppo orgogliosa di condividere con voi il successo di una persona a me tanto cara, il nostro sognatore...che è Artista.
Ivan, il fratello di Francesco, ha vinto un concorso indetto dalla Canon partecipando con il suo cortometraggio più bello...
Io amo il cinema e lui per me è nel Cinema!

Bravo Ivan!!!!

Questo progetto è germogliato a Cesenatico, sul balcone di casa nostra, tra tramonti, mattine e serate!


Guardatelo....
http://vimeo.com/channels/canonitalia


AL TERAMANO IVAN D'ANTONIO IL PREMIO 

NAZIONALE DELLA CANON: MIGLIOR VIDEOMAKER

MONTORIESE, 29 ANNI, REGISTA E MUSICISTA, HA VINTO IL CONCORSO "CANON LA GRANDE OCCASIONE"
Immagine Anteprima
di Paola Peluso
Al talento montoriese Ivan D’Antonio, 29 anni, pittore, scultore, musicista, regista, avevamo dedicato a novembre 2012 uno speciale sul nostro mensile “Per Te”. Pochi mesi dopo torniamo, con piacere, a parlare di Ivan: è lui, montoriese doc, ad aver portato Teramo al primo posto assoluto nel concorso nazionale Canon La Grande Occasione. Un concorso prestigioso per chi, come Ivan, lavora con le emozioni usando le immagini. Il cortometraggio “La buona occasione” si è classificato in cima alla lista e Ivan D’Antonio si piazza tra i migliori video maker italiani. Il concorso bandito dalla Canon ha permesso ai migliori videomaker di tutta Italia di ottenere in prestito e girare una clip (massimo 7 minuti) con la Canon EOS C100 o C300: ha riscosso un grande successo e l'iniziativa è stata caratterizzata da una grande varietà e qualità di filmati ammessi alla fase finale. Il corto di Ivan D’Antonio, girato a Teramo su un mezzo pubblico, tra viale Crispi, via Pannella ed altri scorci cittadini, è stato valutato il migliore: Ivan si è aggiudicato, così, il primo premio ossia un kit di ottiche CN-E85mm T1.3 L F; CN-E50mm T1.3 L F; CN-E24mm T1.5 L F. Alle spalle del registra montoriese si sono piazzati Stefano Giovannini (con “Basta con la luna”) e Davide Abate (con “Nowhere”). Il protagonista del corto “La buona occasione” è Achille, un ragazzo sulla trentina che, nonostante il periodo di crisi in cui chi ha un lavoro se lo tiene stretto, decide di lasciare il suo impiego per dare una svolta alla sua vita ormai scandita da una triste routine. Sale a bordo di un autobus di linea, di quelli che vediamo e usiamo quotidianamente tutti noi, ed è qui che, coccolato dagli assidui pendolari diventati ormai amici, trasforma la sua scelta nel cambio di rotta al destino di qualcun altro. Da vedere. La Canon l’ha già premiato. Un talento teramano che cresce. Premio dopo premio. Occasione dopo occasione...

03 ottobre 2013


Petit(e) mais Grande!

Questo è stato un colpo di fulmine.
Estate.
Sono passata in libreria a Cesenatico, Cartamarea...il nome ti coccola già, entri e poi ti perdi nella bellezza dei colori della carta stampata e non solo, la marea delle parole ti porta lontano.
Sono entrata e dopo aver salutato Francesca, ho girato gli occhi verso la vetrina...
"Maestrapiccola", l'ho preso, l'ho sfogliato e l'ho scelto.

Letto subito, sempre al mare, veramente cullata dal vociare delle persone che da sempre mi aiuta a concentrarmi sulle cose...
Allora...dalle maree, dai colori della carta stampata, dal vociare della gente al mare... vorrei consigliarlo a tutti gli adulti!
Sono frammenti di vita vissuta da una maestra di Bologna che ha uno splendido blog omonimo e che ci regala un anno di scuola visto con gli occhi dei bambini...
Da Settembre alle vacanze, pagine e pagine sulle quali gli adulti dovrebbero proprio riflettere, ma non come educatori o genitori, piuttosto come abitanti del mondo, cittadini, custodi degli uomini che verranno...
Questo è un libro che parla...
Un libro da tenere sempre vicino al proprio letto, quelli da riflessione serale, quando tutte le cose che hai detto e non avresti né voluto, né dovuto dire ti presentano il conto, quando uno spaccato di vita reale, può diventare una voce universale.
Grazie maestra piccola

Germinie Lacerteux....la disperata ricerca d'amore di una donna sfortunata

Forse sarà perché la storia è ambientata a Parigi nella seconda metà dell'Ottocento, forse sarà perché sono inspiegabilmente attratta dal Naturalismo francese e da Madame Bovary, forse sarà perché mi ricorda la mia vita all'università, ma Germinie Lacerteux è uno dei miei romanzi preferiti e quando ho scovato una vecchia copia della Biblioteca Universale Rizzoli al mercatino di Cesenatico, non ho potuto resistere, ho abbandonato le letture che stavo facendo e mi sono dedicata per un giorno intero alla magnifiche pagine dei fratelli De Goncourt....
La storia tra me e questo romanzo è molto bella,mi fa ancora sorridere...
Faceva parte di una serie di libri da leggere per un esame di letteratura francese e io ne presi una copia in lingua originale alla biblioteca provinciale di Pescara, la città nella quale studiavo.
In quel periodo cercavo di corteggiare un ragazzo che mi piaceva tanto, dico che cercavo di corteggiarlo, perché tutte le volte che facevo in modo di incontrarlo, che pensavo a una scusa o a un'occasione per trovarmi sulla sua strada, lui non c'era.
Una volta era andato a vedere un concerto, un'altra volta era tornato a casa perché doveva suonare e un'ultima volta, il giorno della biblioteca e di Germinie, era dovuto rientrare dai suoi perché aveva preso la rosolia.
Così io, per ben tre volte, mi ero ritrovata a parlare con il suo coinquilino, che nel frattempo aveva pensato che andassi da loro per cercare proprio lui...
I libri lanciano messaggi!
E io quella volta dei De Goncourt, avrei dovuto capire che era meglio lasciare perdere, uno perché io avevo preso la rosolia a dieci anni e il ragazzo in questione a venti e mentre cercavo in tutti i modi di incontrarlo e due perché la povera e sventurata protagonista del romanzo era stata vittima della vita e dell'amore e, avendo cercato in tutti i modi di tenere legato a sé l'uomo che disperatamente amava oltre la sua stessa vita, aveva violentemente consumato la sua anima e il suo corpo fino alla morte.
E la vita, anche nel momento della morte, era stata così crudele da non offrirle nemmeno la degna sepoltura, o tra le sepolture più indegne, una croce che, nella terra dei corpi di nessuno, dicesse: - Qui giace il povero corpo della sventurata Germinie-. 
I libri lanciano messaggi e io ero troppo giovane, così quel pomeriggio tornai a casa, iniziai a leggere il romanzo, ma non capii che era meglio lasciare perdere il ventenne con la rosolia per il quale provai una sorta di convinto trasporto, che non diventò mai il mio ragazzo, ma diventò un mio amico e che poi si è trasformato in nulla...
Si è dissolto nell'acido della quotidianità.
Questo è un romanzo da leggere tante volte, da sottolineare, è un romanzo dal quale bisogna prendere intere sequenze e riportarle su un quaderno.
La storia è ispirata a un fatto realmente accaduto, pare che i due De Goncourt avessero una serva fedele e adorata della quale scoprirono la doppia, inquietante vita solo dopo la morte. 
I due fratelli ne furono così sconvolti che indagarono sulle vicende della giovane Rosa, la loro serva morta, e da quel personaggio reale venne fuori la doppia vita di Germinie Lacerteux, sfruttata fino alla fine dei suoi giorni dall'uomo che amava e che l'aveva portata a indebitarsi con tutto il paese, che l'aveva privata di tutto, del rispetto del paese, del rispetto di se stessa, della volontà di essere madre, della sua femminilità, dell'orgoglio dei suoi anni, della sua salute. 
La grettezza dell'uomo, che Germinie aveva accudito come un figlio quando era ancora un ragazzino, non riusciva a superare quella della madre, la lattaia, che nel modo più cinico e crudele di sempre, non aveva esitato a spingere il figlio tra le braccia della donna, molto più grande di lui e tanto fragile.
Germinie era affamata di vita e di amore, ma destinata a non placare la sua fame, anche l'amore dei figli le viene strappato dalla crudeltà della sua condizione sociale. Lei era nata povera e sfortunata, non aveva il diritto di migliorare la sua condizione. 
Quando si legge questo libro, i personaggi appaiono come liquefatti nei colori scuri del rosso e del nero, sembra che la durezza dei loro pensieri e delle loro azioni scivolino sulla tela di un pittore fino a renderli irriconoscibili. 
" E se andava per le strade, esplorando la notte, con l'andatura sospetta e furtiva delle bestie che frugano l'oscurità, con l'appetito che cerca la preda. Come uscita dal proprio sesso, era lei ad assalire, a sollecitare la brutalità; abusava dell'ubriachezza, a lei dovevano cedere...
Le due vite di Germinia Lecerteux, p. 186, Biblioteca Universale Rizzoli, terza edizione"

Inutile poi dire quanto magnifiche siano le sequenze descrittive, seguendo le quali, si potrebbe dipingere...

"Quando ritornavano ella voleva risalire sulla scarpata. Non c'era più sole. Il cielo era grigio, all'orizzonte, rosa più sopra, e azzurrastro in alto. L'orizzonte si oscurava; il verde si faceva più cupo, sordo, i tetti di zinco delle mescite assumevano riflessi lunari, fuochi cominciavano a rompere l'oscurità, la folla diventava grigia, e il bianco dei panni stesi si faceva azzurro. Tutto a poco a poco si cancellava, sfumava, si perdeva in un residuo di giorno morente senza colore...ibidem, p. 73"

Mi fermo qui, lo so, le mie non sono vere e proprie recensioni, ma dichiarazioni d'amore verso i libri che leggo, che sono parte di me...è molto tardi e do la buonanotte alle amiche che so che mi leggono, che ogni tanto sbirciano sul blog per vedere se l'ho aggiornato...
Devo parlare di molti libri, ma queste parole d'amore possono attendere, perché possono arrivare solo quando sono pronte e la testa e il cuore di chi le contiene sono liberi da altri pensieri...
Altrimenti si fermano.
Kisses